Venire al dunque (con Giulia Zollino)
Questa è Filo, la newsletter che districa le cose che ingarbugliano i pensieri. Esce una volta al mese, ma quella volta si diverte 🙂
Pipino e il lupo
Pur di non chiamare “pene” il pene, abbiamo inventato un sacco di soprannomi: coso, pipino, uccello e via dicendo. Ma d’altra parte anche bernarda, patata, micia e farfallina sono stratagemmi per toglierci dall’imbarazzo. Il vocabolario dice che l’eufemismo è «la sostituzione di un'espressione propria e abituale con una attenuata o alterata, suggerita da scrupolo morale o religioso o da riguardosità». Siamo nel 2024, ma il lessico del sesso sembra ancora quello delle fiabe di Hans Christian Andersen.
C’entra il fatto che durante l’infanzia impariamo che il sesso è una cosa di cui vergognarsi, o comunque di cui non è il caso di parlare. Se non quando lo decidono i genitori, che ci spiegano quando farlo (“sei ancora troppo piccolo per queste cose”), come (“la prima volta deve essere speciale”) e perché (“devi essere innamorata!”).
È anche per questo che quando si tratta di sesso preferiamo affidare i nostri dubbi a Google. I neuroscienziati Ogi Ogas e Sai Gaddam hanno stilato una classifica delle 100 parole-chiave erotiche più cercate su internet: “coprofilia”, “incesto” e “zoofilia” sono al decimo, al dodicesimo e al quindicesimo posto. Molto lontane dalle meno scabrose “sesso orale” (al 28°), “bisessualità” (al 72°) e “rapporti senza preservativo” (al 96°)1.
Il timore del giudizio e la vergogna per i propri impulsi attecchiscono anche negli ambienti più tolleranti. Chiamare i nostri genitali con i loro nomi è il primo passo per indebolire certi tabù stagionati.
Chi si masturba alzi la mano
In Italia l’80% degli uomini e il 60% delle donne si masturba, ma solo la metà di loro è disposta ad ammetterlo2. Forse c’entra quel famoso luogo comune, secondo cui masturbarsi renderebbe ciechi: nasce dal lavoro del dottor Samuel A. Tissot, che espose in un trattato tutte le controindicazioni dell’autoerotismo (tra le altre cose cecità, gotta, epilessia e follia).
Oggi sappiamo che oltre a non rendere ciechi, masturbarsi è un’eccellente tecnica per ridurre lo stress3. Ma ci sono altri aspetti del sesso che possono crearci dei grattacapi.
I porno e le nostre insicurezze
Pensiamo che avere un corpo tonico, riuscire a mantenere posizioni acrobatiche e resistere per quattro ore sia la normalità. Ma quelle che vediamo su Pornhub sono le prestazioni di attori e attrici che si allenano parecchio e si servono di stratagemmi per fare bella figura.
L’urgenza dell’orgasmo e l’ansia da prestazione
Un rapporto sessuale è fatto di molte cose: aggirarle per tagliare in fretta il traguardo è come percorrere una strada panoramica con i paraocchi (anche se in camera da letto i paraocchi possono servire).
La masturbazione e l’insoddisfazione di coppia
Al contrario di quello che si potrebbe pensare, il sesso e la masturbazione non sono in competizione, o non dovrebbero esserlo. Gli obiettivi sono gli stessi: raggiungere la consapevolezza di ciò che ci piace, rafforzare il feeling che abbiamo con il nostro corpo e con il/con la partner, provare sensazioni piacevoli.
Le fantasie sessuali e la vergogna
Avere fantasie sessuali è naturale e utile4: serve a esplorare i propri desideri in un ambiente controllato e a rendere più stimolante il rapporto di coppia5. Eppure certe fantasie ci sembrano pericolose e inappropriate. Ma rispetto a cosa?
Curiosità: secondo il Journal of Sexual Medicine, tra le fantasie più diffuse ci sono la sottomissione, l’orgia, il sesso in pubblico, il tradimento e i rapporti omosessuali6.
Se fai poco sesso non è colpa tua
Senza volerlo, i nostri genitori ci lasciano una guida per costruire e gestire le relazioni affettive: si chiama stile di attaccamento. Secondo lo psichiatra e psicoanalista inglese John Bowlby ne esistono quattro tipi7:
Sicuro. Promosso da un genitore che riconosce il valore delle emozioni e dei bisogni del bambino, che si sente amato e rassicurato. Crescendo imparerà ad ascoltarsi e avrà la fiducia necessaria per uscire dalla propria comfort zone e stringere relazioni sane.
(Ecco come sarebbe il mondo se tutte le persone fossero state cresciute così).
Insicuro-evitante. Promosso da un genitore che sminuisce gli stati d’animo del bambino, che è costretto a reprimerli per ottenere la sua approvazione e vicinanza. In età adulta, questo bambino tenderà a controllare eccessivamente le proprie emozioni, con la convinzione di non meritare l’attenzione e il conforto di cui avrebbe bisogno.
Insicuro-ambivalente. Promosso da un genitore più attento ai propri bisogni che a quelli del bambino. Bambino che per ricevere attenzione sarà costretto a esagerare i propri stati emotivi, e che sempre secondo Bowlby rischierà di diventare un adulto dipendente, egocentrico e ipercontrollante.
Disorganizzato. Promosso da un adulto violento, depresso o vittima di un lutto, di violenza domestica o di una dipendenza, che trascura i bisogni emotivi del bambino. È un genitore arrabbiato, spaventante e inadeguato: il bambino vuole averlo vicino, ma ne ha anche paura, e da adulto faticherà a instaurare relazioni affettive sane.
Dobbiamo parlare
Lo stile di attaccamento che abbiamo sviluppato non è inciso sulla pietra: le esperienze possono cambiare il nostro modo di relazionarci con gli altri. Per farlo servono consapevolezza e apertura, che possiamo maturare facendo domande, ascoltando altri punti di vista, mettendoci in gioco. Insomma, parlandone.
La rivoluzione sessuale è iniziata così. Nel 1966 nacque il personaggio di Isabella, la spregiudicata spadaccina protagonista del primo fumetto per adulti italiano8. Isabella godeva di una libertà sessuale inedita: era audace, risoluta, promiscua. E un immediato successo editoriale.
Mentre le edicole si riempivano di fumetti erotici, tante donne e tanti uomini in carne e ossa lavoravano duro (il gioco di parole è involontario) per cambiare le cose nel mondo reale. Nel giro di qualche anno in Italia verrà eliminata la discriminazione tra coniugi nel reato di adulterio (1968), ratificato il divorzio (1970), legalizzata la contraccezione (1971) e normato il diritto all’aborto (1978).
Quel periodo storico ci insegna che discutere in modo libero della nostra sessualità è la chiave per costruire una società più sana, informata e consapevole. Ne abbiamo parlato con Giulia Zollino (@giuliazollino), educatrice sessuale, scrittrice e content creator.
Ci serve più educazione sessuale?
Come sostiene Zollino, probabilmente sì. L’Italia è uno dei pochi stati dell’Unione Europea in cui l’educazione affettiva e sessuale non è obbligatoria a scuola. Ed è un problema, perché le ricerche che hanno analizzato le nazioni in cui la materia viene studiata da decenni hanno scoperto, tra le altre cose9:
che i rapporti sessuali sotto i 15 anni si sono ridotti;
che l’uso dei contraccettivi è aumentato: ad esempio, in Germania nel 2010 venivano usati dal 92% degli uomini, contro il 71% del 1980;
che la consapevolezza legata agli orientamenti sessuali e all’identità di genere è aumentata, riducendo gli episodi di discriminazione e intolleranza;
che la prevenzione di malattie sessualmente trasmissibili è più efficace: ad esempio, in Estonia i valori di incidenza di queste patologie si sono dimezzati tra i giovani e ridotti di tre volte tra i giovanissimi;
che le gravidanze indesiderate sono diminuite: tra gli anni ‘70 e ‘80, in Finlandia, le adolescenti che avevano una gravidanza indesiderata erano quasi il 30%. Percentuale scesa al 10,7% negli anni ‘90. Questo ha portato anche alla riduzione del numero di aborti;
che i casi di abuso sessuale e violenza si sono ridotti, grazie alla promozione del consenso e di relazioni affettive sane e rispettose. Nelle scuole che hanno attivato percorsi di educazione sessuale, i casi di abuso psicologico sono diminuiti del 25%;
che il gender gap index (cioè l’indice che “misura” la disparità tra uomini e donne in un Paese) è aumentato e la forbice del divario di genere si è assottigliata10.
Insomma, fare entrare il sesso a scuola non trasformerà le aule in qualcosa di equivoco. Potrebbe invece renderle degli ambienti protetti in cui superare i pregiudizi e diventare adulti consapevoli. Posti in cui parlare di corpi e attrazione con termini nuovi, che non siano quelli scientifici e distaccati che usiamo in uno studio medico. E neppure quelli goliardici che ci scappano davanti a una birra.
Dobbiamo solo trovare il coraggio di chiamare “pene” il pene.
Il filo continua 🧵
Per approfondire, dai un'occhiata a questi contenuti che non abbiamo fatto noi.
Scopriti. Perché le battaglie femministe iniziano tutte dal corpo
È il secondo libro di Giulia Zollino, ed è anche la storia di una (dis)educazione che si basa su standard di bellezza predefiniti, sulla condiscendenza e sulla compostezza. Le pagine raccontano l’inadeguatezza e la colpa che l’autrice sperimenta prima di conoscere il femminismo e cominciare un percorso di riscoperta di sé.
Il sesso degli altri
È il podcast della giornalista Valeria Montebello, che voleva solo pubblicare un articolo sul sesso, ma che è stata inconsapevolmente coinvolta in una gangbang di domande e confessioni sottoposte da lettori e lettrici. Il podcast ne è il risultato, così come la convinzione che le persone si dividano in porno e non porno.
Big mouth
È una serie tv animata statunitense che affronta il tema della sessualità in età adolescenziale. Lo fa in maniera comica e grottesca, ma con la sincerità degli sboccatissimi mostri degli ormoni, che detengono il potere su polluzioni e pulsioni incontrollabili. Battutacce, doppi sensi e scene esplicite sono la base di un racconto che procede senza filtri e ci permette di ridere dei nostri tabù.
La vita di Adele
È un film francese del 2013, adattamento cinematografico del graphic novel Il blu è un colore caldo. Adele scopre il proprio orientamento sessuale grazie a Emma, avviando un racconto di formazione e scoperta, ma anche di crisi e dolore. Negli anni, la storia d’amore fra le due liceali si trasforma in una relazione adulta ma instabile.
Pensieri sbagliati
È un brano del 2021 della cantautrice cmqmartina, che propone una visione meno romantica (e più elettronica) dell’amore. Che può essere incontrollato, svergognato e doloroso. Anche se, per le persone intorno a lei, questi restano soltanto pensieri sbagliati.
Le altre puntate, su altre cose
Dietro Filo ci siamo noi: ci piacerebbe se ci fossi anche tu. Facci sapere cosa funziona e quello che dovremmo migliorare.
Bibliografia
Ogas O., Gaddam S., A billion wicked thoughts: what the world's largest experiment reveals about human desire, Dutton, 2011;
Ghirardato C., Masturbazione: perché mai è (ancora) un tabù?, in «Focus», 21 maggio 2023;
Liu H., Waite L. J., Shen S., Wang D. H., Is sex good for your health? A national study on partnered sexuality and cardiovascular risk among older men and women. J Health Soc Behav. 2016 Sep;57(3):276-96. doi: 10.1177/0022146516661597. PMID: 27601406; PMCID: PMC5052677;
Leitenberg H., Henning K., Sexual fantasy. Psychol Bull. 1995 May;117(3):469-96. PMID: 7777650;
Lehmiller J. J., Tell me what you want: the science of sexual desire and how it can help you improve your sex life, Hachette UK, Londra, 2018;
Joyal C. C., Cossette A., Lapierre V., What exactly is an unusual sexual fantasy?, in «Journal of Sexual Medicine», 31 ottobre 2014;
Bowlby J., Attaccamento e perdita, Boringhieri, Torino, 1972;
https://it.wikipedia.org/wiki/Isabella_(fumetto);
https://eeca.unfpa.org/sites/default/files/pub-pdf/Policy_Brief_No_2_web_20151203.pdf;
https://www.corriere.it/dataroom-milena-gabanelli/educazione-sessuale-scuola-italia-ecco-perche-si-indietro-anni-luce/b4b56b8c-8e01-11ee-80d7-6428e39ac8b7-va.shtml.