Prendersi in giro (con Luca Ravenna)
Questa è Filo, la newsletter che districa le cose che ingarbugliano i pensieri. Esce una volta al mese, ma quella volta si diverte 🙂
Uno struzzo ti ha mai guardato strano?
Nel 1991 la rivista Annals of Improbable Research e l’Università di Harvard inventarono il premio Ig Nobel: un trofeo dedicato ad autori e autrici di ricerche “strane, divertenti e persino assurde”.
L’aggettivo “assurdo” non era lì per caso. Nella seconda edizione l’Istituto di Ricerca Shiseido di Yokohama trionfò grazie a uno studio sui composti chimici responsabili dei piedi puzzolenti; nella dodicesima, quattro ricercatori del Regno Unito ottennero l’Ig Nobel per la biologia dimostrando che gli struzzi sono sessualmente eccitati dalla presenza degli esseri umani; e nella quattordicesima Jillian Clarke, della Howard University, vinse per aver indagato la valenza scientifica della regola dei cinque secondi (spoiler: non c’è. Se qualcosa casca per terra ti sconsigliamo di mangiarla).1
Una menzione d’onore va ad Andrej Gejm, che nel 2000 riuscì a far levitare una rana sfruttando la potenza dei campi magnetici, dimostrando che la gravità poteva essere sconfitta anche sulla Terra.2 Dieci anni dopo ottenne anche il Nobel, quello vero: a oggi è l’unico ad aver vinto entrambi i premi.
La storia di Andrej Gejm ci insegna che una rana travolta da un treno a levitazione magnetica dovrebbe prendersela con la sua bis-bis-bis-bis-bisnonna. Ma anche che le persone più intelligenti e impegnate del mondo possono trovare il tempo di ridere di quello che sono, perché l’autoironia convive benissimo con la credibilità.
A cosa serve l’autoironia
Una gazzella appena nata è già in grado di battere un leone in velocità: per noi esseri umani il discorso è diverso. Ci servono almeno dieci anni per diventare autosufficienti, una caratteristica che ha portato l’antropologo Arnold Gehlen a definire la nostra specie un «parto prematuro»3.
Per fortuna compensiamo con le abilità astratte, come ragionare, immaginare, pianificare e prevedere. L’autoironia è una di queste: implica la capacità di riflettere sulle nostre caratteristiche personali in modo critico, per poi interpretarle in chiave umoristica. Non può salvarci dai predatori, ma può servire a migliorarci se siamo dei lupi solitari, se dobbiamo disinnescare l’aggressività di un leone da tastiera o se vogliamo togliere agli avvoltoi la soddisfazione di beccarci.
Detta in modo più concreto, ha diverse applicazioni pratiche.4
1. Riduce lo stress
Ci aiuta a puntare l’attenzione solo sulle cose che possiamo cambiare. Ridere di quelle su cui non abbiamo potere serve a sdrammatizzare, a maturare consapevolezza e a fare un po’ di cabaret.
2. Ci restituisce il controllo
Se scelgo di raccontarlo io, non puoi prendermi in giro tu. Mettere le mani avanti dà sicurezza: invece di ridere di noi, le persone dovranno ridere con noi.
3. È un collante sociale
Attraverso l’autoironia sveliamo i nostri difetti e parliamo di ciò che siamo senza prenderci sul serio. In poche parole, abbassiamo le difese: l’interlocutore tenderà a fare lo stesso, spianando la strada all’empatia, a dialoghi più rilassati e a una nuova intimità.
4. Migliora l’autostima
E anche la consapevolezza di sé: se puoi riderci sopra, significa che l’hai digerito (o che stai provando a farlo). L’imbarazzo si trasforma in simpatia: da debolezza a punto di forza.
Questi benefici non valgono sempre
Nel 2003 alcuni ricercatori introdussero una distinzione degli stili umoristici5, individuando:
l’umorismo affiliativo, utile per farsi accettare dalla società 🫂
l’umorismo autorinforzativo, per gestire e combattere le situazioni stressanti 🤺
l’umorismo aggressivo, usato per deridere le altre persone 🤬
l’umorismo autosvalutativo, che serve a mettersi in ridicolo 🤡
I primi due indicano un senso dell’umorismo benevolo e salutare: una strategia di coping, cioè un meccanismo psicologico che usiamo per reagire ai problemi emotivi e interpersonali. Se ne facciamo uso, probabilmente abbiamo un’autostima piuttosto alta, una buona conoscenza di noi, controlliamo bene l’ansia e costruiamo relazioni sociali soddisfacenti.
Gli ultimi due sono più problematici. Chi se ne serve presenta un benessere psicologico più scarso, che comporta maggiori livelli di ansia e depressione, difficoltà a esprimere le emozioni in maniera diretta e un minor senso di padronanza e controllo sugli aspetti della propria vita.6
La rabbia di chi pratica l’umorismo aggressivo è rivolta verso le altre persone, percepite come più fortunate, più simpatiche, più realizzate: si tratta di un meccanismo di difesa, più o meno inconscio, che ci porta a usare il sarcasmo per “mandare frecciatine” e assumere un atteggiamento passivo-aggressivo.7 Tipo così.
La scarsa autostima riguarda anche e soprattutto chi ha un senso dell’umorismo autosvalutativo: in questo caso la rabbia si accanisce direttamente su di noi e sui nostri presunti punti deboli. Si tratta di un’insicurezza spesso corredata da alti livelli di ansia e testosterone (è più comune negli uomini)8: è il prezzo della continua ricerca di approvazione.
L’autoironia che paga le bollette
Oltre ai benefici psicologici, l'autoironia può avere un'utilità professionale, almeno in certi settori. Sottolineare i nostri difetti ci rende più umani e favorisce una connessione emotiva con le persone, che possono essere più propense ad acquistare qualcosa da noi, a votarci alle elezioni o anche solo a sentire quello che abbiamo da dire.
Ne abbiamo parlato con Luca Ravenna (@lucaravennagol), che è un autore, un podcaster, un comico e un autoironico. Nei suoi monologhi parla e ride molto di sé stesso, com’è tipico della stand-up comedy – quella forma di spettacolo che rinuncia alla maschera teatrale per concentrarsi sull’osservare la realtà da una prospettiva personale.
Un riassunto, se serve
Secondo il sociologo e antropologo Arnold Gehlen l’essere umano è un «monstrum biologico» inadatto alla sopravvivenza (perlomeno nei suoi primi anni di vita): non ha istinto, non può fuggire, non ha sensi particolarmente acuti. Ma abita il pianeta da 200.000 anni, grazie soprattutto alle proprie abilità astratte.
L’autoironia è un’abilità astratta che ne contiene altre: significa riflettere sui propri difetti e usarli per avere un vantaggio. Tra le altre cose può ridurre lo stress, farci trovare degli amici, aumentare la nostra autostima e darci consapevolezza.
Non tutti gli stili umoristici fanno bene al nostro benessere mentale. L’umorismo affiliativo e quello autorinforzativo sono salutari: servono a stare in compagnia e a gestire lo stress. L’umorismo aggressivo e quello autosvalutativo derivano da un senso di rabbia interiore, da una bassa autostima e da livelli più alti di ansia e depressione: li usiamo per deridere le altre persone e ridicolizzarci.
Piccole dosi di autoironia possono aiutarci a fare carriera, soprattutto in quei settori in cui è importante empatizzare con le persone, scendere dal piedistallo anche quando si sta su un palco: vale per la stand-up comedy come per la politica.
Il filo continua 🧵
Per approfondire, dai un'occhiata a questi contenuti che non abbiamo fatto noi.
Sono Luca, sono un comico, sono italiano
È la frase che apre la sezione “About” del sito di Luca Ravenna: più sotto scopriamo che è un pessimo giocatore di tennis e un grande appassionato di panini. Oltre a informazioni di questo tipo, sul sito si trovano anche i biglietti degli spettacoli in programma e il merchandising ufficiale.
Romantiche
È un film del 2023 di Pilar Fogliati, che interpreta anche le quattro protagoniste: una sceneggiatrice in cerca di un’occasione, un'aristocratica infelice, una commessa col sogno del matrimonio e una dominatrice mangia-uomini. Tutte affrontano in modo autoironico le piccole e grandi nevrosi quotidiane delle giovani donne; tutte hanno deciso di lavorarci sopra con la psicoterapia; tutte sono anime romantiche, ma sapendo di venire prima di qualsiasi partner.
Tre uomini in barca
È un romanzo umoristico avventuroso scritto nel 1889 da Jerome K. Jerome. È ironica anche la sua origine: scritto per essere una sorta di trattato-guida turistica, venne pubblicato sotto forma di romanzo comico. Racconta il viaggio di J., un ipocondriaco sanissimo, di Harris, dotato di un senso di responsabilità altalenante, di George, capace di addormentarsi ovunque, e di Montmorency, il più saggio del gruppo (e anche il più Fox Terrier).
Bonding
È una serie tv del 2019 che esplora, in modo ironico, il mondo delle pratiche BDSM e dei feticismi. La protagonista è una studentessa di psichiatria di giorno e una mistress di notte, accompagnata e difesa da un assistente-guardia del corpo che trae da questa seconda vita il materiale per i propri spettacoli comici diurni. Si vede su Netflix.
L’album biango
La risposta di Elio e le Storie Tese al White Album dei Beatles è anche un’autocitazione autoironica di un brano del 1996 (T.V.U.M.D.B), in cui veniva nominato un «pennarello che scrive biango» - che sarebbe il colore dell’albume dell’uovo cotto. Sul libretto appare una macchia bianco-giallastra e scompaiono i testi delle canzoni: Elio comunque disse che «non vedendoci più bene, non sarei comunque riuscito a leggerli».
Le altre puntate, su altre cose
Dietro Filo ci siamo noi: ci piacerebbe se ci fossi anche tu. Facci sapere cosa funziona e quello che dovremmo migliorare.
Bibliografia
https://it.wikipedia.org/wiki/Vincitori_del_premio_Ig_Nobel
https://www.raiscuola.rai.it/scienze/articoli/2021/02/Luca-Perri-La-rana-levigante-7226e2ce-5efe-4116-86d7-d2f8d9c30cd6.html
https://romatrepress.uniroma3.it/wp-content/uploads/2020/01/Natura-e-cultura-in-Arnold-Gehlen.pdf
https://www.verywellmind.com/the-benefits-of-making-fun-of-yourself-5271389
Rod A. Martin; Patricia Puhlik-Doris; Gwen Larsen; Jeanette Gray; Kelly Weir (2003). Individual differences in uses of humor and their relation to psychological well-being: Development of the Humor Styles Questionnaire. , 37(1), 48–75. doi:10.1016/s0092-6566(02)00534-2
Kuiper, Nicholas & Grimshaw, Melissa & Leite, Catherine & Kirsh, Gillian. (2004). Humor is not always the best medicine: Specific components of sense of humor and psychological well-being. Humor-international Journal of Humor Research - HUMOR. 17. 135-168. 10.1515/humr.2004.002.
https://www.ipsico.it/news/umorismo-e-regolazione-emozionale/
https://u-pad.unimc.it/bitstream/11393/192697/1/Tesi%20Alberto%20Dionigi.pdf