Omofobi si nasce? (con Rocco Toniolo)
Questa è Filo, la newsletter che districa le cose che ingarbugliano i pensieri. Stiamo facendo un po' di esperimenti: facci sapere cosa ne pensi 🙂
36 su 49
Ogni anno l’International Lesbian and Gay Association stila una classifica dei Paesi europei basata sulle politiche adottate a tutela dei diritti umani e dell’uguaglianza delle persone LGBTQIA+.
Nel 2023 l’Italia si era attestata al 34° posto; quest’anno invece al 36°, su 49 Paesi.1 È un dato complesso che tiene insieme molti aspetti diversi, ma che tra le righe ci dice che potremmo avere un problema di omofobia.
Con il termine “omofobia” si intende la paura ossessiva di essere omosessuale e/o l’atteggiamento di condanna dell’omosessualità.
Così abbiamo chiesto al nostro team clinico: cosa alimenta questa paura? O in altre parole, omofobi si nasce o si diventa?
Questa è facile: si diventa
Esistono bambini biondi, bambini alti, bambini particolarmente bravi a fare certe cose: ma non esistono bambini omofobi. Il nostro rapporto con la sessualità dipende dal contesto in cui cresciamo: tanto l’Antica Grecia quanto l’Antica Roma guardavano all’omosessualità in modo molto diverso da quello delle odierne società occidentali.
Ci sono nazioni che arrivano trentaseiesime e altre che fanno meglio. Ecco alcuni fattori che spostano il nostro atteggiamento verso l’omofobia.
L’educazione. Dall’infanzia in su, l’ambiente ci insegna delle cose: definisce i ruoli di genere, ci dà un’idea di cosa sia “normalità” e cosa no, attribuisce convinzioni utili a integrarci nella società. Un'educazione che enfatizza l'intolleranza o l'esclusione può contribuire a sviluppare atteggiamenti omofobi.
Il desiderio di conformità. Il bisogno di approvazione è un tratto di ogni essere umano: la teoria dell’identità sociale di Henri Tajfel dice che cerchiamo di migliorare la nostra autostima identificandoci con gruppi sociali positivi, meglio se di maggioranza, opponendoci a tutti gli altri2.
I media. Fino a non molti anni fa il cinema, la musica e la letteratura ci hanno raccontato le cose solo dal punto di vista eterosessuale. Partire sempre dalla stessa prospettiva ci fa credere che sia l’unica possibile (o l’unica degna di essere raccontata).
La religione. L’omosessualità è biasimata o condannata da alcune interpretazioni religiose rigide. In uno studio belga svolto su quasi 3000 studenti delle scuole superiori, i credenti cristiani e musulmani avevano atteggiamenti più negativi nei confronti dell'omosessualità rispetto ai non credenti3.
La proiezione psicologica. L'omofobia può anche essere il risultato di conflitti interiori irrisolti. È accertato che le persone omofobe hanno più probabilità di avere delle difficoltà con la propria identità sessuale.
Dalle parole ai numeri
21.000
Le chiamate ricevute nel 2022 dalla Gay Help Line, il numero verde nazionale che fornisce supporto diretto alla vittime di omofobia e transfobia (800 713713)4.
41,6%
La percentuale che ha dichiarato di subire violenza omotransfobica in famiglia, tra tutte le persone che hanno contattato la Gay Help Line.
32%
La persone che in un famoso esperimento sul conformismo hanno dato una risposta chiaramente errata pur di non contraddire la maggioranza5.
1968
L’anno in cui venne abbandonato il Codice Hays, che dal 1930 vietava all’industria cinematografica di alludere alle perversioni sessuali e/o all’omosessualità6.
L’intervista: Rocco Toniolo
Combattere per i diritti degli altri è faticoso. Ci spinge a mettere in discussione le convinzioni che abbiamo interiorizzato nell’arco della vita, a individuare e riconoscere i bias cognitivi (cioè quei processi mentali automatici che ci aiutano a prendere decisioni senza fatica) e a esercitare l’empatia.
Lasciare da parte i pregiudizi è il primo passo per distruggere gli stereotipi. Per farlo dobbiamo sforzarci di conoscere l’altro. Ne abbiamo parlato con Rocco Toniolo, un content creator che usa la creatività e l’ironia per raccontare gli stereotipi legati all’omosessualità e alla femminilità.
La prima domanda è strana. Quando hai capito di non essere omofobo?
A dire il vero l’omofobia come concetto mi ha fatto sempre storcere il naso. Forse da più piccolo, per omologarmi, e soprattutto per nascondere a me stesso chi ero davvero, facevo anche io battutine e commenti omofobi perché mi dicevo fosse quella la cosa giusta da fare. Ben presto però ho capito che non mi apparteneva, anzi!
Diventare un personaggio pubblico ti ha esposto a tantissime persone – comprese quelle che hanno un problema di omofobia. La celebrità ti ha reso più vulnerabile o più forte?
Onestamente sono stato molto fortunato a trovare una community che mi supporta e con cui posso parlare liberamente. È successo poche volte che i miei video siano usciti dalla bolla che mi sono creato, quindi in questi anni non ho ricevuto molto odio. Ne ho ricevuto di più in passato, dal vivo, alle medie e alle superiori, ma mi sono sempre lasciato scivolare addosso gli insulti perché so che arrivano da persone frustrate che alla fine non stanno bene con loro stesse. Direi dunque che mi sono costruito una corazza quando ero più piccolo ed è sempre rimasta con me e la “celebrità”, se così si può chiamare, non l’ha cambiata.
La creatività si basa sull'esprimere liberamente la propria personalità. Da qualche anno lo fai molto bene: di cosa hai avuto bisogno per riuscirci?
Beh, diciamo intanto coraggio per postare il primo video, perché vengo da un paesino in cui tutti si conoscono e venivo additato come quello strano. Poi è venuto tutto abbastanza naturale. Io sui social non porto un personaggio ma porto me stesso, perché penso che l’autenticità sia il modo migliore per farsi apprezzare dalle persone.
L'Italia è al 36° posto su 49 per le politiche a tutela delle persone LGBTQIA+. Secondo te tra 10 anni avremo guadagnato o perso posizioni?
L’attuale stato politico non promette bene e abbiamo fatto dei passi indietro, però ho fiducia nelle nuove generazioni. Ora le tematiche LGBT sono molto più sdoganate: quando andavo al liceo io era quasi un tabù, non c’era rappresentazione nei media, mi sentivo veramente un pesce fuor d’acqua. Quindi quando si darà spazio ai giovani spero che il vento possa cambiare. Non so se fra 10 anni, ma sicuramente sono ottimista per un futuro migliore.
Il filo continua 🧵
Per approfondire, dai un'occhiata a questi contenuti che non abbiamo fatto noi.
Il profilo TikTok di Rocco Toniolo
Ospita tantissimi video che smascherano con ironia i difetti (e le convinzioni) della nostra società. Ma anche molte altre cose divertenti.
Il ragazzo dai pantaloni rosa
È un film del 2024, diretto da Margherita Ferri. Racconta la storia di Andrea Spezzacatena, un ragazzo di quindici anni vittima di bullismo e cyberbullismo omofobi. E di un paio di pantaloni sbiaditi, che diventano il pretesto per dare sfogo a un odio violento e a una solitudine giovanile piena di rabbia.
Gli occhiali d’oro
È un romanzo di Giorgio Bassani, pubblicato nel 1958. Segue la storia di due emarginati: uno studente di lettere ebreo e un medico omosessuale. Fra i due nasce un’amicizia che rivelerà un profondo senso di solitudine.
Le altre puntate, su altre cose
Bibliografia
https://lespresso.it/c/attualita/2024/5/15/litalia-sempre-peggio-per-i-diritti-lgbt-siamo-al-36simo-posto-su-49-e-il-rapporto-europeo-accusa-giorgia-meloni/50983
https://it.wikipedia.org/wiki/Teoria_dell%27identit%C3%A0_sociale
https://www.researchgate.net/publication/280563519_Religion_and_Negative_Attitudes_towards_Homosexuals_An_Analysis_of_Urban_Young_People_and_Their_Attitudes_towards_Homosexuality
https://www.agi.it/cronaca/news/2023-05-17/omofobia_21mila_chiamate_a_numero_verde_gay-21423446/
https://www.corriere.it/tecnologia/cards/i-28-esperimenti-psicologici-che-smascherano-nostri-pregiudizi-condizionamenti/esperimento-asch.shtml#
https://www.miamarket.it/it/focus-diversity-homosexuality-in-cinema-and-tv-mia/