Lynch quietudine
Questa è la versione ridotta di Filo, ispirata all'attualità. L'abbiamo chiamata Filocorto: uno spinoff stringato bene.
A gennaio il mondo del cinema ha dato l’addio a David Lynch, uno dei registi più influenti della sua generazione. Non ti racconteremo quello che è stato o che ha fatto, perché per lui parla il suo lavoro*. Ci concentreremo invece su uno degli stati d'animo che è facile avvertire con molti film di Lynch: il senso di inquietudine.
*Ma anche perché questa newsletter si chiama Filocorto e dobbiamo limitare il numero di righe. (Se preferisci una lettura più impegnativa: qui c’è l’ultima puntata di Filo).
Non c’è la luna stanotte
Prendiamo Rabbits (se non l’hai vista puoi recuperarla qui). In questa serie di sette cortometraggi, tre conigli antropomorfi hanno dialoghi così sconnessi che sembra stiano recitando in tre film diversi. Parlano della pioggia, di un uomo col cappotto verde, di nuovo della pioggia, di telefonate, di segreti, ancora della pioggia e di qualcosa che è successo e che (SPOILER: se non vuoi sorprese, vai al prossimo paragrafo) non scopriremo mai.
Forse Rabbits ti ha confuso, disorientato o lasciato quel famoso senso di inquietudine. E forse hai comunque visto tutto il primo episodio, o tutta la serie. Perché?
Risposta corta: perché stavi cercando un senso.
Per la risposta meno corta, continua a leggere.
Mi sfugge il senso
La realtà è complessa: spesso ci spaventa, a volte ci disturba, in certi casi ci lascia come Nazaré Tedesco della telenovela Senhora do Destino (non sai chi sia? Sì che lo sai: è lei).
Studiare l’inquietudine in laboratorio non è facile: bisogna prima partire da cos’è. Secondo lo psicoanalista austriaco Sigmund Freud si prova di fronte a qualcosa che è allo stesso tempo familiare e insolito. Molte persone l’hanno avvertita durante l’ultima pandemia, quando le strade erano silenziosamente sinistre; altre guardando quei robot che sembrano umani ma che si muovono in modo troppo strano per esserlo.
I ricercatori canadesi Rachele Benjamin e Steven J. Heine sono partiti da qui e hanno costruito una scala per misurare l’intensità del sentimento di inquietudine, in uno studio in cui 1393 persone hanno guardato dei video1 scelti per suscitarla.
Scoprirono che i soggetti che avevano riportato livelli più alti di alienazione e spavento erano quelli a cui era stato mostrato un video in particolare: Rabbits, di David Lynch.
Gli effetti di Rabbits ci dicono qualcosa di molto importante su come le persone si sforzano di mantenere un significato2 nelle loro vite. Se la realtà non è come ce la aspetteremmo, il nostro cervello ce la mette tutta per ritrovare un senso — questa spinta è forte tanto quanto altre spinte primarie, come la fame, la sete o il sesso3 — e cerca di compensare il disagio che deriva da quella sensazione di non stare capendo un bel niente, rinforzando le convinzioni che ha già4. I ricercatori Steven J. Heine e Travis Proulx hanno scoperto che davanti all’assurdo chi è religioso diventa più religioso, chi è liberale diventa più liberale, chi è conservatore diventa più conservatore.
Uno studio del 20095 ha identificato alcuni fattori che rendono inquietanti i suoni dei film e dei videogiochi horror: tra questi ci sono l’incertezza della posizione della fonte (non sapere da dove arriva un suono) e le frequenze alte (sopra i 5 kHz). Ecco uno dei suoni analizzati, preso dallo sparatutto Left 4 Dead6.
Per farla breve (anzi, per farla corta): se ti piacciono i film, i libri o i giochi inquietanti non c’è nulla di strano. È un meccanismo naturale e decisamente utile. Passa al supermercato e fai scorta di popcorn. Stasera rewatch di Twin Peaks 🍿
Se questo Filo è troppo corto
Bibliografia
Rachele Benjamin & Steven J. Heine (2023) From Freud to Android: Constructing a Scale of Uncanny Feelings. Journal of Personality Assessment, 105:1, 121-133.
Steven J. Heine, Travis Proulx & Kathleen Vohs (2006). The meaning maintenance model: On the coherence of social motivations. Personality and Social Psychology Review, 10, 88–110.
Nick Chater & George Loewenstein (2016) The under-appreciated drive for sense-making, ournal of Economic Behavior & Organization, Volume 126, Part B, 137-154.
Steven J. Heine & Travis Proulx (2006) The Meaning Maintenance Model: On the Coherence of Social Motivations. Personality and Social Psychology Review, 10(2):88-110.
Grimshaw, M. N. (2009). The audio Uncanny Valley: Sound, fear and the horror game. In Audio Mostly 2009 (pp. 21-26).
Valve Corporation, 2008.